Il numero di pubblicazioni scientifiche degli ultimi dieci anni sul legame tra vitamina D e depressione testimonia il crescente interesse per il ruolo di questa vitamina nel benessere mentale.
La vitamina D, e in particolare la sua forma attiva, il calcitriolo, svolge un ruolo nella sintesi di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, a loro volta coinvolti nella regolazione dell'umore e del piacere. Esistono inoltre numerosi recettori della vitamina D in aree chiave del cervello, in particolare nell'ippocampo, associate alla depressione[12]. Infine, i ricercatori suggeriscono che il ruolo benefico della vitamina D nella salute mentale sia dovuto alle sue attività neuroprotettive e immunomodulatorie, che le permettono di regolare l'infiammazione coinvolta nella depressione [13].
Studi epidemiologici condotti su diverse popolazioni dimostrano che le persone con carenza di vitamina D presentano maggiori probabilità di soffrire di sintomi depressivi rispetto a quelle che ne hanno a sufficienza [14],[15],[16],[17],[18]. Alcuni ricercatori ritengono inoltre che la carenza di vitamina D sia coinvolta nella depressione stagionale, che compare generalmente in autunno e in inverno, quando le giornate si accorciano[19].
Studi clinici condotti sull'impatto dell'integrazione di vitamina D suggeriscono che questa vitamina potrebbe contribuire a migliorare il benessere mentale nei pazienti con sintomi depressivi[20],[21].